Ci lasciamo ancora guidare da Paolo VI, Papa Carismatico.

Il 6 giugno 1973 a Concilio Vaticano II finito da cinque anni, ebbe a dire: “La Cristologia e soprattutto l’Ecclesiologia del Concilio devono essere corredati da un nuovo studio dello Spirito Santo”.

Vuol dire che i teologi avevano fatto un lavoro di approfondimento e arricchimento sulla persona di Gesù e inoltre sul Volto e sulla Missione della Chiesa. E’ l’ora dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo, è da cercare con molta umiltà e perseveranza.

Con umiltà perché è un mistero che mai sarà esplorato compiutamente perché la sua azione è misteriosa, silenziosa, umile.

Deus absconditus! Dio nascosto!”.

Si può conoscere solo nella preghiera. Leggendo libri si può e anche ascoltando conferenze o insegnamenti, ma questo è niente se non passa tutto nella preghiera adorante e contemplativa.

Senza un cuore sedotto dallo Spirito Santo non c’è crescita in santità.

Egli è l’amore vivente e allora ogni esperienza spirituale personale della sua persona, suppone la vita nuova dell’amore.

Senza di lui la Parola del Signore resta lettera morta, infeconda.

Diceva Paolo VI: “Non saremo sordi, indifferenti, assuefatti alla Parola di Gesù. La sua figura gioiosa e dolce, la sua Parola piana e profonda, ci saranno sempre davanti. Noi ascolteremo, studieremo, invocheremo quello che lo Spirito Santo ci può insegnare sulla verità totale di Cristo” (20 agosto 1975).

Papa Paolo VI ci chiama ad impegnarci per diffondere la cultura della Pentecoste.

Ci dice: “Indubbiamente prima della Pentecoste la Chiesa esisteva già ma senza coesione, senza vita originale propria: le mancava lo Spirito Santo. Era un corpo cui mancava l’anima” (Pentecoste 1957).

La Pentecoste è una festa che non finisce, dura ancora, durerà sempre.

Un fenomeno che dura ancora oggi, ma che durerà fino al ritorno personale di Gesù glorioso. Lo sguardo di Paolo VI era profetico. Vedeva il positivo della realtà come opera dello Spirito: scorgeva la sete spirituale dei giovani, il fiorire di piccole comunità, i movimenti liturgici, ecumenici e carismatici.

Diceva: “Bisognerebbe essere ciechi per non riconoscere il momento di intensa spiritualità che dilaga nel mondo” (23 giugno 1975).

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