ANNUNCIAZIONE (Lc 1, 26-38)

 

Esattamente nove mesi prima del Santo Natale la Solennità dell’Annunciazione del Signore!

La Solennità di Gesù che dice sì al Padre, il sì al suo progetto di salvezza dell’uomo.

Sta scritto in proposito:

“Tu non hai voluto né sacrificio, né offerta, un corpo invece mi hai preparato.

Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.

Allora ho detto: Ecco io vengo, poiché di me sta scritto nel rotolo del Libro;

per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebrei 10, 5-7).

Gesù fa sua la compassione del Padre sull’uomo peccatore.

Gesù si offre al Padre: “Manda Me. Mia gioia è fare la tua volontà, Padre. Sempre”.

Gesù obbedisce!

A portare l’annuncio dell’Incarnazione un Angelo è mandato a Nazareth, piccolo e disprezzato villaggio della disprezzata Galilea.

Qui abita Maria che fa la vita di tutti nel modo più ordinario possibile. Non è in lei nulla di eclatante.

Una ragazza che non fa parlare di sé e che non parla di sé.

Ecco la sua prima caratteristica spirituale: il silenzio.

Il silenzio che è attesa vibrante di qualcosa che sta per accadere.

Il silenzio di chi vuol prima decifrare il proprio bisogno.

Il silenzio di chi nell’umiltà contempla, guarda.

Il silenzio di chi non sa sognare quello che avviene in lui.

Il silenzio che diventa contemplazione, una contemplazione che diventa estasi.

Solo chi ama il silenzio può ascoltare la voce dello Spirito che non usa parole o rumori, ma preferisce il silenzio, una dolce carezzevole brezza.

Mi è capitato di leggere proprio in questi giorni:

Il Verbo di Dio è Parola pronunciata da Dio. Parola silenziosa. Essa contiene l’infinito silenzio di Dio. Anzi il Silenzio è Dio.

Il Padre ha pronunciato una sola Parola, il Suo Figlio, e la pronuncia sempre nell’eterno silenzio”.

Ed è solo nel silenzio che questa Parola può essere ascoltata dall’anima.

 

 

Le mie parole invece sono senza consistenza.

Dio conduce la sua Sposa, il suo popolo nel deserto perché nel vuoto di parole risuoni la Sua Parola che seduce, incanta, attira il cuore.

Gesù chiama i suoi: “Venite un poco in disparte”.

“Avete bisogno di crescere al calore dell’amore.

Avete bisogno di creare le condizioni perché noi si possa parlare cuore a cuore.

Avete bisogno di sentirvi amati, senza interferenze”.

Gesù, venuto per annunciare la buona novella per tutti i tempi del mondo, ecco che parla solo per tre anni e tace per trenta.

Appena battezzato, lo Spirito “subito” lo spinge nel deserto e vi resta quaranta giorni, tentato da Satana e vivendo con le bestie selvatiche (Marco 1, 13).

Ama ritirarsi sui luoghi alti e dopo una notte di preghiera solo col Padre, sceglie e chiama i dodici (Luca 6, 12-13).

Dopo la moltiplicazione dei pani sale sulla montagna e vi resta solo (Matteo 14, 23).

Nell’agonia del Getsemani si allontana dai tre Apostoli la distanza di un tiro di sassi circa (Luca 22, 41).

Le nostre parole o nascono dal silenzio o le porta via il vento. Come foglie morte.

 

 

Maria resta stupita davanti all’annuncio dell’Angelo.

Pensa:

“Come è possibile che Dio adorato con timore e tremore, l’Altissimo, si degni entrare in rapporto con me abbandonando la sua gloria?

Come è possibile che valorizzi la donna, mentre nel mio tempo la donna non gode di nessun prestigio?”

Una parola la sorregge. “Nulla è impossibile a Dio”.

Non è facile credere a Dio quando le prove della vita sembrano spegnere ogni fiducia.

Nulla è impossibile a Dio.

Non è facile credere nel cuore grande di un Dio che perdona, non conserva rancore.

Nulla è impossibile a Dio.

Non è facile accettare la via dell’umiltà che mi apre gli occhi sulla mia inconsistenza, sulla mia povertà, sulle mie fragilità di ogni giorno.

Nulla è impossibile a Dio.

 

 

 

Non è facile abbracciare l’obbedienza che fa morire la mia volontà per accettare di essere strumenti suoi per un suo progetto là dove mi vuole e nel modo che lui vuole.

Nulla è impossibile a Dio.

 

Poter dire con Maria: “Sono serva tua, Signore. Avvenga per me secondo la tua Parola”.

Questo atteggiamento spirituale è l’aspetto divino del nostro esistere.

 

  1. Quanto tempo diamo al dialogo vero con Dio? Il dialogo è ascolto prima di tutto.
  2. Non è forse vero che troppe volte siamo noi a parlare e non lasciamo che sia Dio a parlare?

In famiglia, nel dialogo, sappiamo parlare di cose essenziali?

Ho paura del silenzio?

Mi è amico il silenzio?

Gli do il mio benvenuto?

Lo desidero?

 

  1. Maria era pronta ad accogliere la presenza e la vita della Parola.

Sei pronto tu ad accogliere Gesù, la sua Parola?

Sono pronti il tuo corpo, il tuo cuore, le tue mani, i tuoi pensieri, i tuoi affetti?

 

Il Signore manda ad ognuno un suo angelo per dirti: “Non temere, il Signore è con te”.

La ragazza di Nazareth disse: “Ecco, io sono la tua serva”.

È il suo titolo più grande e più bello e più vero.

Maria dice:

“Non mi sento obbligata a essere serva.

Sono felice di servire il mio Signore.

Sono felice di servirlo nelle sorelle e nei fratelli.

Quello che lui vuole.

Facciamolo insieme”.

 

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